Business Plan Asilo Nido

Le tipologie di Asilo Nido

Esistono diverse tipologie di nidi: i nidi-famiglia, gestiti da associazioni di famiglie senza scopo di lucro, che possono ospitare fino a 5 bambini e non richiedono autorizzazioni al funzionamento se non la dichiarazione di inizio attività; i micronidi, che possono ospitare fino a 10 bambini e i nidi, che ne accolgono da 11 a 60. Per ogni tipologia ci sono standard strutturali da rispettare e, in tutti i casi,è previsto l’utilizzo di personale educativo qualificato. Leggermente diverso il caso degli “spazi bambini” o baby parking, che non prevedono il riposo né il servizio mensa e, di conseguenza, richiedono minori spazi e minori investimenti. Anche in questo caso, per conoscere le autorizzazioni e i requisiti necessari, è indispensabile rivolgersi ai servizi educativi della propria Regioni.

E’ bene quindi scegliere la tipologia di asilo nido che si vuole aprire: asili nido aziendali, baby parking condominiali, asili in casa e il sempre più diffuso asilo in formula franchising.

Se siete curiosi di scoprire come aprire un asilo nido, in questa guida viene anche dettagliata la comunicazione online e offline dell’attività dopo l’apertura.

Leggi e normativa

L’apertura di un asilo nido è disciplinata dalla Legge nazionale 1044/71, e soggetta a decreti regionali spesso diversissimi tra loro, E’ bene informarsi negli uffici di Regione e Comune di appartenenza. Ospitando per il gioco, il pranzo e il riposo, bambini dai 3 mesi ai 3 anni, l’asilo deve trovarsi in una struttura idonea. Sarà il Comune a stabilire i requisiti necessari all’apertura di asili nido privati. Lo stesso ufficio poi rilascerà l’autorizzazione ad aprire l’asilo nido, che solitamente ha una validità di 3 anni.

Aprire un asilo nido, come per le altre attività imprenditoriali significa aprire: partita Iva, conto fiscale, iscrizione Registro Imprese, Inps, Inail, tassa rifiuti, ecc…

L’accreditamento e il convenzionamento con i Comuni

Un nido a gestione privata che abbia ottenuto l’autorizzazione all’apertura e al funzionamento può richiedere di essere accreditato presso il Comune in cui opera. L’accreditamento (che prevede il rispetto di determinati standard di qualità, oltre ai requisiti necessari per l’avvio dell’attività) permette alla nuova struttura di essere inserita in un elenco di servizi per la prima infanzia che garantiscono livelli qualità equiparabili a quelli dei nidi comunali. Si tratta di una sorta di “certificazione di qualità”, che è condizione necessaria per la stipula di eventuali convenzioni con l’amministrazione comunale. La stipula di una convenzione, in pratica, fa sì che il Comune versi al nido privato un contributo finanziario per ogni bambino accettato proveniente dalla lista d’attesa dei nidi comunali. Tale contributo andrà ad integrare la tariffa pagata dalla famiglia del bambino (corrispondente a quella dei nidi comunali).

La Formazione

Occorre far riferimento alla normativa regionale. In molte Regioni, come Liguria, Emilia Romagna e Toscana, per la gestione del nido occorre essere in possesso di un diploma magistrale o di una laurea a indirizzo pedagogico. In altre, ad esempio in Lombardia, è sufficiente seguire un apposito corso di formazione professionale.

In generale, i titoli di studio richiesti sono: maturità liceo socio-psico-pedagogico o maturità magistrale, tecnico dei servizi sociali, operatore dei servizi sociali, assistente di comunità infantile, maestra di asilo, dirigente di comunità infantile, un titolo universitario pedagogico o un master per la formazione della prima infanzia. In tutti i casi in cui non si possiedano i requisiti richiesti, si potrà essere “titolari” della struttura, ma per il suo funzionamento occorrerà assumere personale qualificato.

Il Progetto

E’ evidente che l’apertura di un asilo nido  è un vero e proprio progetto imprenditoriale e come tale necessita di risorse finanziarie e di un piano di fattibilità (business plan).

Andranno in primo luogo individuati gli investimenti iniziali per la realizzazione e messa a punto del progetto e successivamente anche i costi correnti a cui si dovrà far fronte una volta avviata l’attività.

-. L’Investimento

Oltre a tutti i costi relativi all’adeguamento dei locali e agli arredi destinati ai bambini, vanno considerati i costi per allestire la cucina o lo spazio office, la segreteria, gli armadi per il personale, quelli per acquistare il materiale didattico e quelli per la pulizia della sede. Altri costi riguardano l’allacciamento delle utenze, i costi per lo studio tecnico relativo al progetto di ristrutturazione, quelli per l’istituzione delle pratiche presso il Comune e l’Asl, quelli per il rilascio delle certificazioni di conformità degli impianti. Possiamo raggruppare i costi descritti nelle seguenti categorie:

Investimenti iniziali:
– costi di ristrutturazione e adeguamento locali
– costi per l’allestimento, gli arredi e le attrezzature
– costi per presentazione autorizzazioni locali ed amministrative.

–  I Ricavi, sono riferiti alle rette pagata pero ogni singolo bambino, o nel caso di Asili convenzionati con il comune il contributo versato per ogni Bambino

– I costi

Suddividiamo i costi in costi di gestione, che saranno in parte fissi (cioè indipendenti dal numero di bambini iscritti) e in parte variabili.

Fra i costi fissi vanno considerati l’affitto della sede, le utenze, la tenuta della contabilità, le assicurazioni, eventuali rate di prestiti o mutui, la manutenzione ordinaria dei locali e le tasse. Sono da considerare costi variabili i costi relativi al personale, l’acquisto dei materiali di consumo per l’attività didattica, per il funzionamento della struttura e per la mensa. Riepilogando:

-spese per personale addetto (educatori e personale di servizio e ausiliario)
-spese per utenze varie (luce, gas, acqua, riscaldamento, ecc.)
-spese per acquisto alimenti e bevande
-canoni di affitto (se i locali non sono di proprietà)
-spese per acquisto materiali di consumo (materiale vario, cancelleria, materiale per pulizie, ecc.)
-quota annua polizza assicurativa (è necessario stipulare una polizza per responsabilità civile e una polizza contro danni a persone e cose)
-spese annuali per gestione amministrativa e del personale
-costi periodici manutenzione ordinaria degli arredi, attrezzature, servizi igienici, cucine, manutenzione dell’area verde ecc..
-consulenze (commercialista, consulente del lavoro, ecc)

Il Finanziamento

Oltre i finanziamenti privati (da richiedere per esempio alle banche), esistono diverse opportunità di finanziamenti pubblici, ovvero contributi a fondo perduto o finanziamenti a tasso agevolato erogati dallo Stato, dalle Regioni o dal Fondo sociale europeo. A livello nazionale, per esempio, l’imprenditoria femminile usufruisce delle agevolazioni previste dalla legge 215/1992, che prevede contributi per il 50% a fondo perduto e per il restante 50% a tasso agevolato.

Le agevolazioni specifiche per la creazione di servizi destinati alla prima infanzia sono di competenza regionale. E’ possibile visualizzare i bandi aperti direttamente sui siti web della Regione di competenza, o chiedere informazioni agli assessorati alle politiche della famiglia.

Inoltre per i soggetti “non bancabili” è possibile fare richiesta di un finanziamento per 25.000 € tramite Garanzia Microcredito

Breve Guida Esemplificativa del Modello

Modello utilizzabile da società di Persone ditte individuali.

Utilizzare lo sheet Input, per l’inserimento dati

Parametri iniziali:

Liquidazione iva: indicare sulla base del fatturato previsionale se la liquidazione sarà mensile o trimestrale. Nell’esempio abbiamo inserito liquidazione mensile;

Quota socio: dato che si tratta di società di Persone, indicando la quota % socio il business plan calcola l’utile e la tassazione Irpef del socio stesso, evidenziando anche l’utile netto del socio dopo la tassazione Irpef. Per le ditte individuali ovviamente inserire il 100%.

Finanziamento soci: inserire le quota di conferimento dei soci;

Distribuzione Utile: inserire la quota di distribuzione utile dei soci annua, tenendo presente l’utile azienda dopo tassazione Irap, riportato in alto;

Input Ricavi:

Inserimento descrizione Servizio: abbiamo ipotizzato 2 fasce orario di servizi;

Inserimento margine di contribuzione %: E’ il ricarico medio per singolo servizio. La regola per determinare il suo valore assoluto è: Fatturato netto Iva – Costi diretti legati al servizio; per calcolarne la percentuale, il risultato dovrà essere diviso per il ‘Fatturato netto Iva’ e moltiplicato per 100. Ovviamente per questo tipo di servizio il margine di contribuzione è alto, in quanto i costi diretti legati al servizio sono bassi, e possiamo stimarlo in un 95%;

Aliquota iva: inserimento aliquota Iva Servizi;

Giorni dilazione concessi ai clienti: inserire i giorni di dilazione per tipologia di servizio. Abbiamo ipotizzato 0, in quanto prevediamo il pagamento mensile delle rette.

Prezzo medio : inserimento del prezzo medio per singolo servizio (al netto dell’iva) per ogni anno; Come descritto sopra abbiamo ipotizzato 2 diversi prezzi per fascia oraria, a partire da 450€ mese  fino a 550 € per 10 mesi;

Numero Bambini: inserimento numero bambini. Abbiamo previsto inizialmente 25 bambini per fascia oraria il primo anno, fino ad arrivare a 35 bambini per fascia il quinto anno;

Input Investimenti:

Investimenti materiali: inserimento del costo totale degli investimenti materiali (al netto dell’Iva) per ogni anno; Abbiamo ipotizzato 110.000 € di investimenti.

Investimenti immateriali: inserimento del costo totale degli investimenti immateriali (al netto dell’iva) per ogni anno; Abbiamo ipotizzato 10.000 € di investimenti.

Input Personale:

Numero Dipendenti: previsti 3 Dipendenti

Input finanziamenti lungo termine (mutui):

Nel caso sia necessario chiedere un finanziamento per la Banca, in questo caso chiesto finanziamento di 30.000€ per portare il saldo Banca positivo il primo anno. Finanziamento al tasso del’8% da restituire in 10 anni

Altri costi:

Inserire gli altri costi fissi, la relativa aliquota iva, ed il costo annuo al netto dell’Iva.

Report:

I Report Finali sono: Stato Patrimoniale, Conto Economico e Cash Flow;

Cruscotto sintetico: nel foglio Input abbiamo inserito un cruscotto sintetico con gli Indicatori principali, in maniera tale da monitorare il variare nell’inserimento e modifica Input.

I dati inserire sono esemplificativi, e possono essere modificati dall’Utente per la Valutazione del proprio Progetto.

Gli indicatori importanti da tenere sotto controllo sono il Reddito e il Conto Corrente Banca che deve essere sempre maggiore di 0, a meno che non siano stato concordato un fido bancario.

Utilità del Modello

  • Calcolare il fabbisogno finanziario che scaturisce non solo dall’Investimento ma anche dalla fase di start up per l’azienda, e simulare la corretta copertura tra fonti proprie ed esterne;
  • Preparazione della documentazione accompagnatoria nella richiesta di finanziamenti agli istituti Finanziari, o per la richiesta di contributi a fondo perduto o finanziamenti agevolati.

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