Analisi di Bilancio: Modello Excel Indicatori Aziendali

Gli Indicatori Aziendali permettono di misurare la Performance dell’Azienda sotto l’aspetto Finanziario, Reddituale e Produttivo.

Indicatori di Redditività

Iniziamo ad analizzare i vari indicatori aziendali, partendo da quelli che dovrebbero darci lo stato di salute in termini di redditività dell’azienda. I principali indicatori di redditività sono:
  • ROI (return on investment);
  • ROE (return on equity);
  • ROTA (Return on Total assets)

ROI

Il Roi misura la redditività degli investimenti, e rappresenta uno dei più importanti indicatori aziendali. Indica la redditività degli investimenti aziendali, che viene poi rapportata al costo del denaro relativo al reperimento dei fondi stessi. E’ fondamentale per la sopravvivenza nel medio-lungo periodo dell’azienda stessa che il ROI sia maggiore del tasso di interessi dei fondi raccolti. Il Roi è dato dal reddito della gestione caratteristica, ovvero il reddito operativo (3° Margine del Conto Economico) diviso il capitale investito (patrimonio netto + indebitamento finanziario netto). Bisogna fare attenzione, nei casi di leasing. Il leasing viene contabilizzato nei conti di ordine e non rientra quindi nell’attivo dello Stato Patrimoniale. Questo comporta un abbassamento del capitale investito e conseguentemente un aumento del ROI, rispetto ad un azienda che ha scelto come fonte di finanziamento dei propri investimenti l’indebitamento bancario. Per ottenere un valore del ROI corretto, nel caso di leasing, è necessario rettificare il totale attivo sommando il debito residuo verso società di leasing.

ROE

Il Roe misura la redditività del capitale proprio, è il rapporto tra il reddito netto dopo le imposte ed il capitale proprio dell’azienda. Da quindi l’indicazione del tasso di interesse di rendimento del capitale proprio, che confrontato con i rendimenti sicuri (ad esempio BOT) indica la remunerazione del rischio che è pari alla differenza tra ROE e titoli a rendimento sicuro. Il Roe per essere giudicato positivamente deve avere un tasso di rendimento maggiore  rispetto ai titoli a rendimento sicuro.

ROTA

Il Rota misura la redditività dell’attività totale dell’azienda. E’ dato dal rapporto tra il reddito operativo (Ebit) + Gestione straordinaria  e il totale delle attività. Possiamo sintetizzarlo come un indicatore della performance manageriale, in quanto non considera il  costo del denaro e la pressione fiscale

Indicatori di Liquidità

Gli Indicatori di Liquidità, evidenziano il rischio finanziario dell’azienda, e conseguentemente la capacità di ottenere credito. Il primo indice che andiamo ad analizzare,  più volte citato nei nostri post sul cash flow, è il capitale circolante netto-

Capitale circolante netto:

Capitale circolante netto = Attività correnti – Passività Correnti L’analisi del capitale circolante netto non deve essere mai statica, ma quello che deve essere monitorato è la sua variazione nel tempo. Una situazione in cui le attività correnti sono maggiori delle passività correnti, potrebbe ad esempio evidenziare un iniziale squilibrio finanziario, in quanto non riesco a sopperire agli impieghi a breve termini con fonti a breve. Non ci si deve fermare alla fotografia della situazione in un determinato periodo ma è necessario analizzare la variazione del capitale circolante netto negli ultimi periodi. Una variazione del circolante costante e negativa , evidenzia situazione strutturale dell’azienda imputabile sia ad aspetti economici (diminuzione della redditività che sarà evidenziato dagli indicatori di redditività) che patrimoniali (incremento del magazzino, dei crediti commerciali o diminuzione dilazione fornitori). E’ ovvio che nel caso sia imputabile ad una diminuzione di redditività per ripristinare l’equilibrio non si può operare solamente attraverso un aumento delle Passività Correnti (ad esempio richiesta aumento fidi Bancari), ma sarà necessario agire  in maniera strutturale anche sui costi aziendali. Al contrario se siamo di fronte ad una variazione del circolante negativo dovuto ad aspetti patrimoniali imputabili a scelte strategiche aziendali, la situazione non si può definire negativa. Ad esempio un aumento del magazzino per ottenere una riduzione del costo di acquisto, oppure una aumento dei giorni di dilazione concessa ai clienti per ottenere maggiori ricavi , portano ad una variazione del circolante negativa che deve essere coperta attraverso un aumento dello scoperto di conto corrente. Altro punto da analizzare è la composizione delle varie poste. Per i crediti commerciali è importante verificare la presenza dei cosiddetti crediti “incagliati”, ovvero crediti insoluti che devono essere rettificati e spostati nell’attivo immobilizzato. Lo stesso dicasi per il magazzino nel caso di materiale obsoleto, la cui giacenza in magazzino va oltre l’anno, è necessario rettificare tale posta inserendola nell’attivo immobilizzato.

Margine di tesoreria:

Margine di tesoreria = Liquidità immediate + Liquidità differite – Passività Correnti Si differenzia dal capitale circolante netto, in quanto esclude tra gli impieghi il magazzino. E’ un concetto più stretto di liquidità, un valore  minore di 0 sta solitamente a significare che i crediti commerciali non sono coperti dalle passività correnti ma da impieghi a lungo termine. Se i  crediti commerciali, come riportato sopra sono stati depurati da eventuali crediti incagliati, un valore del margine di tesoreria minore di 0 rappresenta sicuramente un dato negativo da analizzare. Un valore maggiore di 0 è sicuramente indice di una buona struttura finanziaria, ma anche in questo caso, qualora sia troppo elevato è necessario analizzare le cause. Un margine di tesoreria molto elevato potrebbe ad esempio essere dovuto ad elevate disponibilità liquide in Banca non investite in attività più redditizie.

Current Ratio

Il capitale circolante netto calcolato sotto forma di quoziente è definito Current Ratio. Current Ratio = Attivo Corrente / Passivo Corrente

Quick Ratio

Il margine di tesoreria calcolato sotto forma di quoziente è definito Quick ratio Quick Ratio = (Liquidità Immediate + Liquidità differite) / Passivo Corrente  

Indicatori di Produttività

Gli indicatori di produttività, che esprimono il grado di efficienza dei fattori produttivi aziendali. I primi indicatori ci danno un indicazione del rapporto tra numero di dipendenti e i diversi margini del conto economico, e sono:
  • Ricavi Pro Capite = Ricavi netti/Numero medio dei dipendenti;
  • Valore aggiunto pro-capite = Valore aggiunto/Numero medio dei dipendenti;
  • Costo del lavoro pro capite = Costo del lavoro / Numero dei dipendenti
L’interpretazione di tali indicatori deve essere rapportata sia al settore dove opera l’azienda, sia nel loro andamento temporale. Un aumento dell’indice dei ricavi pro capite, evidenzia una maggiore efficienza dell’azienda con abbassamento del break even point. Il suo aumento è sicuramente un indicatore di buona salute dell’azienda stessa. Lo stesso possiamo dire per il valore aggiunto pro-capite, che da un evidenza di efficienza in termini di riduzione di costi ( ad esempio economie di scala). Se l’indice ricavi pro-capite rimane stabile e l’indice valore aggiunto pro-capite aumenta, si evidenzia appunto un efficienza in termini di costi. Il terzo indice costo del lavoro pro capite, evidenza l’andamento del costo medio del lavoro.   Gli indici di produttività sono influenzati in maniera determinate dal numero dei dipendenti, un calo di produzione in momenti di crisi , non sempre sono accompagnati da una diminuzione del numero dei dipendenti, in quanto il costo del lavoro relativamente ai contratti a tempo indeterminato può essere considerato un costo fisso. Cosi come gli investimenti, che sono sempre costi fissi incidono direttamente sulla produttività (in particolare sull’indice valore aggiunto-pro capite) quando l’azienda subisce un calo di produzione. Tali considerazioni evidenziano come gli indici di produttività assumano un significato rilevante, per le aziende che presentano costi fissi elevati. Gli indicatori di produttività sono correlati agli indicatori di redditività, in quanto una maggiore produttività genera un miglioramento degli indicatori di redditività.
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